Passione Kieslowski
Anno di edizione: 2016
Pagine: 128
ISBN: 9788899791018
A cura di Marina Fabbri
L’autore di folgoranti documentari che raccontano gli uomini e la loro lotta con le strutture sociali ma anche il creatore di struggenti personaggi femminili, il regista dell’inquietudine morale e delle domande filosofiche, l’entomologo dei sentimenti: qual è il vero volto di Krzysztof Kieślowski? Il regista polacco, scomparso a 54 anni esattamente venti anni fa, ha forgiato un cinema che contiene tutti questi volti e ha influenzato tanto la scrittura quanto l’immagine dei film a venire di cineasti di tutto il mondo. Stanley Kubrick diceva del suo Decalogo (1988) che era la cosa migliore che avesse visto in tanti anni e che gli sarebbe piaciuto averlo realizzato lui stesso. Molti critici lo hanno paragonato ai più grandi maestri, a Bergman, Fellini e Hitchcock. In questo libro, a vent’anni dalla scomparsa, Kieślowski viene raccontato da chi gli è stato vicino, come l’attore e regista Jerzy Stuhr, la regista Agnieszka Holland, il regista Krzysztof Zanussi, ma anche da chi non l’ha conosciuto che attraverso i suoi film e appartiene all’ultima generazione di cineasti, come Tomasz Wasilewski, Orso d’argento a Berlino 2016. Nel libro, pubblicato per la prima volta, anche il bellissimo Discorso di accettazione del Sonning Prize, prestigioso riconoscimento danese ottenuto da Kieślowski nel 1994, e andato in passato a protagonisti della cultura europea del calibro di Hannah Arendt, Karl Popper, Vaclav Havel ma anche Orhan Pamuk e Michael Haneke.
Con testi di: Krzysztof Kieślowski, Krzysztof Piesiewicz, Agnieszka Holland, Krzysztof Zanussi, Jerzy Stuhr, Irène Jacob, Tadeusz Sobolewski, Tomasz Wasilewski, Stanisław Zawiśliński.
Krzysztof Kieślowski (1941 - 1996)
È stato uno dei maestri indiscussi del cinema mondiale. Ha esordito in Polonia negli Anni 60 con documentari che hanno raccontato luci e ombre della vita all’epoca della burocrazia socialista, mantenendo forte il legame con un lucido realismo anche nel passaggio al film di finzione, a metà degli Anni 70. Ne Il personale, La tranquillità, Il cineamatore e Il caso, Kieslowski è riuscito a raccontare per immagini il dilemma tra felicità privata e obbligo sociale che è alla base dell’esperienza umana di ogni tempo e di ogni società, non trascurando inoltre una sottile autoriflessione sul senso dell’essere artista nella civiltà contemporanea. Con l’incontro con lo sceneggiatore e avvocato Krzysztof Piesiewicz nell’84, comincia un percorso più metafisico del regista polacco, da Senza fine all’epica impresa del Decalogo (10 film di 50’ realizzati in due anni), alla Doppia vita di Veronica fino alla Trilogia dei colori: Blu, Bianco e Rosso, che lo porterà a lavorare all’estero e a conquistare fama e riconoscimenti internazionali. Docente appassionato, ha insegnato cinema non solo in Polonia ma anche in Svizzera, Germania e Olanda. La sua improvvisa scomparsa nel pieno della fama, fu preceduta dall’annuncio del ritiro dalla carriera cinematografica, e ha lasciato in chi l’ha conosciuto una nostalgia profonda.